Minimalismo schizofrenico
Ti sei accortə anche tu quanto il mondo sia diventato sempre più simile a un negozio Apple? Lo stile minimalista ha conquistato la cultura di massa, perché rappresenta l’utilità e l’efficienza...
Ti sei accorto o accorta anche tu quanto il mondo sia diventato sempre più simile a un negozio Apple? Lo stile minimalista ha conquistato la cultura di massa, perché rappresenta l’utilità e l’efficienza, due delle virtù a cui teniamo di più nella nostra epoca.
Come disse l’architetto Paul Frank: lo stile è un'espressione esteriore dello spirito interiore del tempo.
In fondo la tecnologia è minimalista. Negli ultimi 40 anni i computer e gli altri dispositivi tecnologici hanno inghiottito una quantità smisurata di oggetti fisici: la carta, le calcolatrici, i compassi, le matite, le forbici, le macchine fotografiche, i telefoni fissi, le sveglie, le bussole, l’impianto audio, le stampanti, le mappe, il portafoglio, gli album fotografici, i libri, la televisione. Potrei andare avanti a lungo.
La tecnologia è un buco nero che risucchia dentro di sé la realtà per cibarsene voracemente.
E così ci siamo trovati ad amare scrivanie popolate del solo notebook, di solito grigio e minimalista nel design, open space con tavoli in vetro e acciaio e sedie nere e lisce, cucine con le ante a scomparsa, le hall delle grandi aziende vetrate e vuote, con al centro un reception squadrata e grigia (o bianca) pure quella, stazioni ferroviarie bianche e tubolari con qualche schermo piatto qua e la.
Ma c’è un altro motivo, più subdolo, per cui il minimalismo è dominante. Meno oggetti vengono esposti, meno chi li espone è soggetto al giudizio altrui. Ogni oggetto è rappresentativo di un significato. Nell’epoca della cancel culture e del politically correct, meno ci si espone, meglio è.
Perché una città o un governo dovrebbe esporsi con un grande affresco in una stazione ferroviaria o un aeroporto? Cosa dovrebbero esporre? A chi andrebbe piacerebbe, a chi no? Perché l’autore dell’opera è sempre un uomo? E perché proprio quel fatto, quel personaggio, quel simbolo? Insomma meglio evitare, no?
Perché una grande azienda dovrebbe allestire la sua hall con qualcosa in più del logo sulla parete? Meglio evitare qualsiasi riferimento foriero di dibattiti e controversie.
Allo stesso modo nelle case “moderne” si preferisce evitare un arredamento schierato. Ah quindi ti piace il vintage? E come mai proprio questo colore in sala? No, meglio il minimalismo scandinavo ed economico dell’IKEA, in cui ognuno ritrova un pezzetto di casa sua anche quando è ospite.
Partito come un’affermazione audace di superamento dell’efficenza sulla forma, il minimalismo è diventato la dantesca bandiera bianca dell’ignavia, dietro la quale viene rimosso tutto ciò che potrebbe fomentare una lotta.
Hey, però siamo la società dei consumi! E noi vogliamo consumare tantissimo! Come conciliare consumi sfrenati e minimalismo? Diventando schizofrenici, nel paradosso dell’abbondanza.
Ma di questo te ne voglio parlare nella prossima uscita.
Gli imperdibili 🗞
Seguendo il ragionamento sul politically correct, un articolo da L'Indiscreto. Non si può più dire niente?
I megatrend del 2022 di Pinterest. Cultura, costume e società. Bello.
Perché gli ultimi 10 anni sono stati così stupidi?
Un'intervista a Letizia Battaglia, la più grande fotoreporter italiana, appena scomparsa.