Paradosso dell'abbondanza
Non vi è dubbio che la nostra sia, sotto ogni punto di vista, la più abbondante di tutte. Prodotti, cibo, ricchezza, energia (con l’eccezione del conflitto ucraino), possibilità...
周日愉快
Buona domenica! in cinese (semplificato)
Non sono scomparso. Moltissimi di voi, non è vero, qualcuno di voi, mi ha chiesto che fine avesse fatto la newsletter, giustamente. Nelle scorse settimane ho intrapreso un nuovo progetto lavorativo e in più mi sono trasferito a Milano, per cui ho dovuto rinunciare alla scrittura per fare spazio alle priorità subentrate.
Un’altra cosa: probabilmente non rispetterò più la cadenza settimanale per le prossime uscite, ma pubblicherò ogniqualvolta riuscirò a produrre un’uscita di qualità. Non significa necessariamente che pubblicherò di meno, magari qualche settimana particolarmente ispirata avrà anche più di un numero, ma non sarà sempre la domenica. Spero tu possa capirmi, e spero continuerai a leggermi come prima 🙂
Nello scorso numero ho parlato di minimalismo schizofrenico, particolarmente rappresentativo di un disagio contemporaneo. Oggi voglio parlarti del paradosso dell’abbondanza.
Non vi è dubbio che la nostra sia, sotto ogni punto di vista, l’epoca più abbondante di tutte. Prodotti, cibo, ricchezza, energia (con l’eccezione del conflitto ucraino), possibilità, carriere lavorative, proposte culinarie, svaghi, cataloghi cinematografici, informazioni online, voli low cost, tipi di biscotti, vestiti, musei, modelli di televisori, canzoni. Sì, adoro le liste, quando inizio faccio difficoltà a fermarmi.
Comunque di qualsiasi cosa ce n’è in abbondanza, la nostra unica difficoltà è spesso quella di scegliere. Anche Netflix ha inserito un tasto che riproduce qualcosa a caso, per non farci passare la serata a scegliere cosa guardare.
Eppure, e qui entra in gioco il paradosso; più opzioni ci sono, più è difficile rimanere in salute.
Partiamo dal cibo. Se non ti sforzi nel fare scelte consapevoli, mangi malissimo. Se prendi la cosa più ovvia al supermercato, quella cosa è spesso malsana. Dalla carne, alla verdura, ai dolcetti, ai succhi di frutta, ai gelati, alle bevande gassate. La prima scelta, la scelta nazional-popolare, è un prodotto di bassa qualità.
Per questo il tasso di obesità è in continuo aumento, in America è obesa il 71% della popolazione (what???). Allo stesso tempo, gli americani ricchi e attenti alla salute non sono mai stati in una forma fisica migliore.
Ricordo di aver visto o letto (forse era una puntata di Passepartout di Philippe Daverio) che l’avvocato Agnelli ti faceva andare via con la fame quando ti invitava a pranzo. Lui, che di certo non doveva fare economia tra le corsie del supermercato, all’abbondanza preferiva la stitichezza.
Ed è proprio questo il punto: nella società dell’abbondanza, l’élite sociale e culturale si differenzia attraverso la rinuncia, o la selezione.
Più puoi permetterti di mangiare, meno vorrai mangiare. Meno puoi permetterti di mangiare, più tenderai ad abbuffarti.
Qui voglio fare un salto concettuale. L’informazione è come il cibo. Più mangi spazzatura, più cibi la tua mente di spazzatura.
Proprio come mangiare sano è una battaglia quotidiana, l’abbondanza di informazioni, che internet ha reso esponenziale, rende difficile trovare informazioni sane, ricche di nutrienti. Anche qui, bisogna sforzarsi nell’opera di selezione.
Sulle piattaforme social o nei quotidiani online, i contenuti a basso contenuto nutritivo, i cosiddetti contenuti virali, sono i più facili da trovare e con maggiori probabilità di essere consumati. Se agisci come “schiavo” meccanizzato dei mass media e degli algoritmi online, finirai con il diabete intellettuale. Per trovare informazioni di qualità, bisogna spesso hackerare l’algoritmo, stordirlo e fargli perdere i punti di riferimento.
Quale consiglio puoi portarti a casa? Come sempre, è una mia opinione e vale quello che vale.
Dopo una prima fase di “cernita delle fonti”, ho selezionato 3 fonti di informazione per ogni argomento di mio interesse. Stop. Poi lascio spazio per la novità attraverso le altre newsletter a cui sono iscritto, anch’esse selezionate.
Ecco le mie fonti, se possono esserti d’ispirazione. Ti linko le chicche, gli altri probabilmente li conosci già.
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Ah! Preferisco decisamente gli articoli lunghi (long-form) perché offrono un pensiero complesso e non si soffermano a dare la notizia ma si prendono il tempo di rifletterci sopra.
E per il cibo? Il mio mantra è: mangia soltanto cibi che tua bisnonna riconoscerebbe come cibo.
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