Un animale sociale: Storia di Homo Sapiens (2)
Qualsiasi grande società umana ha creato una gerarchia sociale al suo interno, con una percentuale più o meno marcata di discriminazione.
ကောင်းသောတနင်္ဂနွေဖြစ်ပါစေ။
Lo scorso numero è stato talmente impegnativo che mi sono dimenticato Gli imperdibili e la Buona Domenica dal mondo 😬 Chiedo venia.
La prossima lingua sarebbe stata il bielorusso, ho evitato.
Dunque, Buona Domenica in birmano!
Per chi non avesse letto il numero precedente, questo è la seconda parte dell’approfondimento di Sapiens. Da animali a dei, opera mastodontica di Yuval Noah Harari. Come dicevo, sarà una serie di 3, o forse 4 uscite, che ripercorrono tutti i capitoli del volume, inserendo alcune variazioni sul tema.
2. Se stiamo insieme, ci sarà un perché
Lei non sa chi sono io
Qualsiasi grande società umana ha creato una gerarchia sociale al suo interno, con una percentuale più o meno marcata di discriminazione. La gerarchia sociale è utile perché permette a due sconosciuti di sapere come comportarsi reciprocamente senza sprecare energie per conoscersi a fondo. Ma al tempo stesso la gerarchia permette ad alcuni individui di avere più possibilità di altri. I discriminati hanno meno possibilità, i privilegiati hanno più possibilità. È una doppia ingiustizia indissolubile. Le società hanno applicato la discriminazione a un ventaglio molto ampio di categorie diverse a seconda del luogo di nascita, del colore della pelle, della lingua parlata, del colore dei capelli, del modo di vestirsi, della religione o dell’orientamento politico. Solo una categoria è stata pressoché universalmente discriminata: la donna.
Stai sempre a pensare ai soldi
I mercanti navigatori furono i primi a cogliere l’unità umana oltre la cultura divisionista delle tribù e degli imperi. In quest’ottica il vero grande conquistatore universale, l’idea di maggior successo, il catalizzatore più forte, è il denaro.
I cacciatori-raccoglitori non ne avevano bisogno nel loro reticolo di scambi in favori e obblighi. Al contrario, le società complesse hanno sentito il bisogno di un facilitatore degli scambi.
Il denaro non è una rivoluzione tecnologica ma mentale. È stato considerato denaro tutto ciò che le persone erano disposte a usare come rappresentazione di valore. Le conchiglie di Cypraea sono state utilizzate per oltre 4.000 anni come valuta corrente in tutta l’Africa, l’Asia meridionale, L’Asia orientale e l’Oceania.
Le tasse potevano ancora essere pagate in cipree nell'Uganda britannica all'inizio del XX secolo (sic!).
Anche oggi, le monete e le banconote (che comunemente consideriamo denaro) ne sono una manifestazione molto rara. La somma totale di denaro nel mondo è di circa 60 trilioni di dollari, ma la somma totale di monete e banconote è inferiore a 6 trilioni di dollari. Più del 90% di tutto il denaro esiste solo sui server dei computer. Piccolo excursus ipertestuale: oggi Apple vale oltre 3 trilioni di dollari, un ventesimo dell’intera quantità di denaro esistente.
Il denaro è il sistema di fiducia reciproca più universale ed efficiente mai concepito.
Sai qual è stato il primo tipo di denaro utilizzato? L’orzo. Gli uomini potevano fidarsi del suo valore intrinseco: mal che vada potevano mangiarselo. Eppure era difficile da scambiare e trasportare ed è per questo che fu inventata la moneta: per superare i limiti dei beni naturali, pur rinunciando al valore “alimentare”. Le prime monete furono coniate intorno al 600 a.C. dal re Aliatte II di Lidia, nell'Anatolia occidentale, che ne standardizzò il peso a 1 statere, ovvero 168 chicchi di grano.
Da quel momento i soldi iniziarono il loro viaggio nella nostra immaginazione, arrivando a corrodere le tradizioni locali, i rapporti intimi e a superare la loro utilità negli scambi tra individui diventando il fine stesso degli scambi.
Urbi et orbi
Il grande potere accumulato grazie alla concentrazione di denaro e risorse diede vita al modello di organizzazione sociale più diffuso degli ultimi 2.500 anni: l’impero.
Gli imperatori, per primi, ebbero la missione di unire tutti i popoli del mondo, introducendo l’idea di umanità presa nel suo insieme. Senza dubbio, chi non voleva accettare il dominio veniva brutalmente massacrato e oppresso, ma gli imperi solitamente ammettevano culture e religioni diverse all’interno di confini parecchio flessibili e in continua mutazione. È difficile ammetterlo, ma una parte significativa delle conquiste culturali dell'umanità deve la sua esistenza allo sfruttamento delle popolazioni conquistate. Oggi la maggior parte di noi parla, pensa e sogna nelle lingue imperiali che furono imposte ai nostri antenati con la spada. Dividere semplicisticamente il passato in buoni e cattivi non porta da nessuna parte.
Padania libera o no, il mondo contemporaneo è strettamente interconnesso, come in un impero globale, governato da un’elìte multietnica con cultura e interessi comuni. Nessuno Stato è veramente indipendente, sia a livello politico che economico (la Storia ce lo sta confermando, drammaticamente, in questi giorni neri).
Inshallah
Il terzo collante formidabile per le società umane non può che essere la religione, anche se spesso è stata la causa di atrocità senza precedenti. Come si può spiegare una religione? Harari la definisce come un sistema di norme e valori umani che si fonda sulla credenza in un ordine sovrumano. Spesso la devozione agli dei si traduceva con la trasmissione divina del dominio su piante e animali (vedasi i primi capitoli della Genesi).
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Genesi, 2, 15
Dapprima molto localizzate, a partire dal primo millennio a.C. le religioni incorporano una vocazione universale e missionaria, ma non sempre la volontà di espansione era attuata in modo pacifico, anzi. Se i politeisti romani uccisero poche migliaia di cristiani, i cristiani uccisero milioni di altri cristiani per difendere un’interpretazione religiosa leggermente diversa dalla loro.
Ma le idee non hanno confini e filtrano senza controllo attraverso i dogmi imposti dall’alto. La religione cristiana, ad esempio, è un bel mix di religioni e tradizioni precedenti: prevede un Dio monoteista, ma crede anche nel Diavolo dualista, nei santi politeisti e nelle anime defunte animiste.
Come ho sentito in una puntata del podcast di Alessandro Barbero, i giorni della settimana sono tutt’ora dedicati ai pianeti secondo il nome delle divinità elleniche, e la domenica è dedicata al culto di origine orientale del Sol Invictus (Sunday - reso in latino come Dominicus, giorno del signore), che ha duellato con il cristianesimo per divenire la religione monoteista dominante e peraltro molto apprezzato dall’imperatore Costantino, colui che ha successivamente decretato il cristianesimo come religione ufficiale nell’impero Romano.
Fine del capitolo 2. Domenica prossima, nella terza parte, si parlerà di rivoluzione scientifica e progresso.
Gli imperdibili 🗞
Strani giorni, viviamo strani giorni. Ogni volta che succede qualcosa di grosso, un verso di Battiato si materializza inconsciamente nella testa.
Questa newsletter vive una strana idiosincrasia. Da un lato riflette sulla contemporaneità, dall’altro rifugge l’attualità. Per questo non parlerò della guerra in corso: magari tra qualche tempo, quando le cose saranno rapprese e più comprensibili.
Però voglio condividere gli articoli più interessanti che ne hanno parlato questa settimana.
In Ucraina è in gioco la storia dell’umanità. Y.N. Harari
Le cause della guerra tra Russia e Ucraina. Milena Gabanelli su Dataroom
9 mappe per capire il conflitto tra Russia e Ucraina
Inizio e fine dell’umanità. Un viaggio infinito nel trapianto di coscienza