La Rivoluzione Scientifica: Storia di Homo Sapiens (3)
Dopo secoli di crescita sfrenata, ci siamo convinti di poter aumentare le nostre capacità, in qualsiasi campo, investendo nella ricerca scientifica.
Ugodnu Nedjelju
Buona Domenica, in bosniaco, e benvenuti ai nuovi iscritti di questa settimana (per la prima volta in doppia cifra!) Dato che siete parecchi, dovete sapere che ogni settimana auguro Buona Domenica in una lingua dal mondo, in ordine alfabetico.
Per chi non avesse letto il primo e il secondo numero della serie, questa è la terza parte dell’approfondimento di Sapiens. Da animali a dei, opera mastodontica di Yuval Noah Harari. La prossima sarà l’ultima uscita, vi consiglio di leggerle tutte e quattro per una conoscenza approfondita del saggio.
3. Eureka! La Rivoluzione scientifica
La scoperta dell'ignoranza
Gli ultimi 500 anni hanno visto l’umanità espandersi a un ritmo senza precedenti in nessuna altra epoca a noi conosciuta. La popolazione è cresciuta di 14 volte, la produzione è cresciuta di 240 volte e il consumo di energia è cresciuto di 115 volte.
Dopo secoli di crescita sfrenata, ci siamo convinti di poter aumentare le nostre capacità, in qualsiasi campo, investendo nella ricerca scientifica. Seguendo uno dei padri del pensiero occidentale, Socrate, mi sento di affermare che la scienza sia fondata sulla stessa ammissione di “non conoscere”.
Partendo dal presupposto di non conoscere le cose più importanti, l’uomo ha iniziato un processo di collegamento tra le osservazioni empiriche con le teorie matematiche, dando vita al metodo scientifico. In quest’ottica il sapere è diventato potere: scienza, industria e tecnologia militare si sono gradualmente intrecciate, conferendo gli strumenti per la conquista dei popoli che non disponevano di tali conoscenze.
Eppure, la scienza è diventata un grosso affare. Gli studi scientifici devono essere finanziati, e sai bene che i soldi muovono le opinioni e gli obiettivi stessi. Per questo, la scienza ha bisogno di una connivenza con un governo, un’elìte, una religione per sopravvivere. Lo sponsor giustifica i costi della ricerca attraverso l’ideologia ma, in cambio, l'ideologia influenza l'agenda scientifica e determina cosa fare con le scoperte in un circolo vizioso che probabilmente è stato il motore della storia negli ultimi 500 anni.
In progress we trust
Così come la rivoluzione agricola ha prodotto l’idea di futuro che prima non era concepibile per l’uomo, la rivoluzione scientifica ha prodotto un altro elemento fondamentale: l’idea di progresso.
La convinzione che il futuro sia meglio del passato è abbastanza nuova per l’uomo. Per millenni si è creduto che l’età dell’oro fosse nel passato, un passato perduto dove gli uomini vivevano felici e pienamente in armonia con il creato (vedi la Genesi, il mito dell’arcadia o il mos maiorum latino).
L’idea di progresso pervade qualsiasi ambito della nostra vita: dall’economia ai diritti, dalla salute al benessere, dalla tecnologia alle coltivazioni. Qualsiasi innovazione è soltanto un versione precedente dell’innovazione successiva. Non tolleriamo la mancanza di un seguito e del miglioramento di qualsiasi cosa.
La proiezione ultima dell’idea di progresso risiede nel progetto Gilgamesh, che considera la morte come un problema tecnico e superabile attraverso la ricerca scientifica. Alcuni ricercatori suggeriscono che entro il 2050 alcuni umani diventeranno a-mortali.
Europa
A partire dal 1500 una serie di processi convergenti hanno deflagrato in un big bang evolutivo, rendendo l’Europa il centro del potere mondiale. Nell’arco di tre secoli le potenze europee hanno conquistato il mondo esterno, ovvero il continente americano e l’Oceania. E dal 1750 al 1850 hanno saputo umiliare militarmente le potenze asiatiche. Ancora oggi, quasi la totalità degli esseri umani del pianeta, è europeo nell’abbigliamento, nel pensiero e nel gusto.
Ma perché? Ai cinesi o ai persiani non mancavano invenzioni tecnologiche come la macchina a vapore o la polvere da sparo. Quello che mancava erano i valori, i miti, l'apparato giudiziario e le strutture sociopolitiche che hanno impiegato secoli per formarsi e maturare in Occidente e che non potevano essere copiati e interiorizzati rapidamente.
La vicinanza di molte culture complesse, diverse ma con valori condivisi, ambiziose, in continua concorrenza, spinte da un’insaziabile volontà di conquista ed esplorazione, ha reso gli europei oltremodo adatti alla conquista del mondo. Il botanico in cerca di piante esotiche e l'ufficiale di marina in cerca di colonie da conquistare condividevano una mentalità simile che iniziava ammettendo l'ignoranza e li costringeva a uscire e fare nuove scoperte (vedi la spedizione di C. Darwin).
L’ideologia del progresso fu così viva e totalizzante che gli europei si convinsero che le atrocità commesse durante l’espansione coloniale fossero un gesto benefico per il bene delle razze non europee, primitive e ignoranti.
Come detto in precedenza, grazie alla loro stretta collaborazione con la scienza, questi imperi esercitavano così tanto potere e cambiarono il mondo a tal punto che forse non possono essere semplicemente etichettati come buoni o cattivi: hanno creato il mondo come lo conosciamo, comprese le ideologie che usiamo per giudicarli.
Più prestito di così
Quella che vedi qui sopra è la mappa che poteva consultare Cristoforo Colombo quando partì per l’India. Non voglio soffermarmi sul viaggio di esploprazione più importante della storia moderna, ma sul come il navigatore genovese riuscì a partire.
Dopo aver girovagato con il cappello in mano per diverse corti europee, riuscì ad ottenere i fondi dalla corona spagnola. Colombo non avrebbe mai avuto le risorse necessarie per salpare con le tre caravelle, ma dovette andare a credito.
Per capire la storia economica moderna bisogna capire una sola parola: crescita. Per la maggior parte della storia l'economia rimase più o meno della stessa dimensione. La rivoluzione scientifica invece, attraverso la convinzione del progresso, introdusse il fenomeno economico che cambiò il mondo. Il credito ci permette di costruire il presente a spese del futuro. Si basa sul presupposto che le nostre risorse future saranno sicuramente molto più abbondanti delle nostre risorse attuali. Per questo la regina di Spagna sponsorizzò l’impresa di Cristoforo Colombo; in virtù della certezza di ottenere maggiore ricchezza futura derivante dalle scoperte e dai traffici derivanti dal suo investimento.
Nasce, cresce, corre
La fiducia nel futuro ha creato il credito, il credito ha creato una crescita economica esponenziale, che ha ulteriormente rafforzato la fiducia nel futuro, che ha creato maggior credito.
L'avidità è positiva, poiché volendo egoisticamente diventare più ricco io avvantaggia tutti, non solo me stesso. L'egoismo è altruismo. A. Smith
Nel nuovo credo capitalista, il primo e più sacro comandamento è: I profitti della produzione devono essere reinvestiti nell'aumento della produzione.
C’è un rovescio della medaglia. Il progresso, la crescita e il libero mercato furono responsabili di tremende calamità. La cultura capitalista non può garantire che i guadagni provengano esclusivamente da attività eque. Il fine della crescita è la crescita, non l’uguaglianza e l’inclusione. Furono le forze neutre del capitalismo nascente a dar vita all’orrore della schiavitù, non i re tirannici e razzisti del medioevo. Non voglio dilungarmi in questa sede sugli incalcolabili soprusi e malefatte causati dal libero mercato nel mondo moderno e contemporaneo.
Fine del capitolo 3. Domenica prossima, nella quarta e ultima parte, ti racconterò l’epoca contemporanea, gettando uno sguardo sul futuro dell’umanità.
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