Questo è un numero speciale, perché speciale è la persona che ha lasciato questo mondo lo scorso mercoledì. Il mio personale addio a Franco Battiato.
Ho conosciuto la musica di Franco Battiato una domenica pomeriggio. Il mio più grande amico di allora aveva "casa libera" e ci incontrammo per fumare le prime sigarette e parlare. Avevo 16 anni. Lui prese un CD masterizzato e mi disse: guarda che figata ho trovato! Mi fece ascoltare Shocking in my town. Fumammo 100 sigarette, bevemmo 4 o 5 birre e ascoltammo tutto quello che c'era dentro quel CD bianco della Verbatim.
Mi accorsi immediatamente di essere di fronte a qualcosa che non immaginavo potesse esistere; dalle casse dello stereo uscivano messaggi che mi comunicavano frammenti di “verità sepolte”, “codici di geometrie esistenziali”.
Per conoscere
Me e le mie verità
Io ho combattuto
Fantasmi di angosce
Con perdite di io
Per distruggere
Vecchie realtà
Ho galleggiato
Su mari di irrazionalità.
Ho dormito per non morire
Buttando i miei miti di carta
Su cieli di schizofrenia.
Franco Battiato mi ha insegnato tutto. Come stare al mondo e come allontanarmi dal mondo, come "trovare l’alba dentro l’imbrunire". Piango ogni volta che l'ascolto.
Mi ha insegnato il pensiero critico, l'autoironia, la leggerezza e la profondità, l'intuito e l'abbandono, la carne e lo spirito.
Quasi la totalità dei riferimenti e delle citazioni che ascoltavo da adolescente mi erano completamente estranei, eppure mi solleticavano l'anima paventando l'infinito, mi facevano viaggiare verso “mondi lontanissimi” ovunque fossi, mi regalavano la libertà.
Una vecchia bretone, le biciclette di Shanghai, l'inviolato, Paganini, i lama tibetani, i buddha sopra i comodini, Nietzsche, gli isotopi, il re del mondo, i dervisci, Eisenstein e Stravinskij, l'ombra della luce, il transito terrestre, la vita cinica ed interessante di Landolfi, le danze sufi, le metro giapponesi, l'arte cuneiforme degli scribi, il governatore della Libia, Isacco di Ninive, quell'idiota di Graziani e tutte le impressioni che ho avuto in questa vita.
Questo collage mistico e irresistibilmente pop portava me e i miei amici alla venerazione assoluta. A volte, dopo qualche Negroni, andavamo in mezzo ai campi, alzavamo la radio al massimo volume sulle frequenze sintetiche di Pollution, o Sulle corde di Aries, e iniziavamo a ballare come i dervisci fino a stramazzare sull'erba, cercando di aprire le nostre porte della percezione. Altre volte, praticavo yoga e meditazione per 8 ore di fila, fino a che riuscivo a svuotarmi di senso, e diventavo un contenitore vuoto attraverso cui entrava e usciva dell'aria.
Franco Battiato mi ha spinto sempre più in là, in una continua promessa di verità.
Un’estate presi il pullman per andare a trovare mia madre in Calabria. Durante il viaggio guardai per la prima volta il suo film autobiografico Perduto amor, e ne fui folgorato.
Decisi di volerlo incontrare, e andai a piedi a casa sua, suonando il campanello, come in un pellegrinaggio. Lui non era in casa, ma quell'estate siciliana fu uno dei momenti più belli e intensi della mia vita. La sua magia era diffusa ovunque.
Ancora oggi Battiato è la mia cura. Un mantra che mi riporta verso il centro, di gravità permanente.
Ho riassunto la mia gratitudine per il Maestro in 10 riferimenti fuori dalle rotte turistiche principali, che sono a mio avviso imprescindibili. Musica, film, televisione, arte, letteratura.
Spero vi piacciano quanto piacciono a me 🙏
Passaggi a livello. La mia canzone preferita.
Il concerto di Baghdad, che da solo vale una carriera.
I suoi dipinti, che inizialmente firmava come Süphan Barzani.
Bitte, Keine Réclame, la sua trasmissione televisiva sperimentale ora disponibile su RaiPlay
Sequenze e frequenze, meraviglia.
Perduto Amor, il suo film autobiografico.
L'Animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai, si prende tutto, anche il caffè.
L'album Pollution, un disco del 1972 che era avanti anni luce da essere considerato avanguardista ancora oggi.
Il suo testamento, che aveva già detto tutto, in anticipo, come sempre.
Lascio agli eredi l'imparzialità,
La volontà di crescere e capire,
Uno sguardo feroce e indulgente,
Per non offendere inutilmente.
Lascio i miei esercizi sulla respirazione,
Cristo nei Vangeli parla di reincarnazione.
Lascio agli amici gli anni felici,
Delle più audaci riflessioni,
La libertà reciproca di non avere legami
E mi piaceva tutto della mia vita mortale,
Anche l'odore che davano gli asparagi all'urina
We never died,
We were never borne!