Ciao a tutti e tutte, è da un po’ che non ci sentiamo, ma c’è un motivo :)
L’autunno scorso, insieme alla mia compagna, abbiamo deciso che sarebbe stato il momento adatto per fare quel viaggio asiatico che sognavamo da tempo.
Da tempo sognavo un pezzo di vita “diverso” in cui sperimentare configurazioni acrobatiche dell’esistenza, oggi rese possibili dalla tecnologia e dalla mia professione di marketer digitale. Volevo prototipare la dimensione del nomade digitale che lavora da un terrazzo, da un treno, da un cafè o da un parco in cui il cielo ha un altro colore.
Così siamo partiti per l’India; chi mi segue su Instagram l’avrà sicuramente intuito 🙂 Viaggeremo per 4, 5 o 6 mesi (forse di più?), decideremo strada facendo in base al budget e al mood.
La scelta è stata piuttosto drastica, ma non poteva avvenire diversamente. Abbiamo lasciato la casa di Milano, abbiamo parcheggiato le nostre cose in un garage, ci siamo fatti un tot di vaccini che non si sa mai e siamo partiti per Mumbai. Poi qualche giorno sulle spiagge di Goa, in seguito accalcati coi 28 milioni di Delhi e infine nella pink city Jaipur, dove ci troviamo adesso per un progetto di volontariato in uno slum e in una scuola per bambini con difficoltà di apprendimento.
Non ho scritto nulla prima d’ora per riposare la testa e riadattarmi al nuovo contesto, permettendo a nuovi pensieri di emergere dal profondo. Sto alternando momenti di profonda contemplazione - in cui sembra che la vita mi scorra davanti come una pellicola cinematografica che posso muovere avanti o indietro a mio piacimento - a momenti di totale immersione nell’eterno presente indiano, come in una meditazione rovesciata.
Ci si sente più vicini alla fine del mondo da queste parti. L’aria è a tratti irrespirabile, i rifiuti popolano qualsiasi paesaggio, e la consapevolezza di base sui danni causati dall’inquinamento mi sembra totalmente assente. Tuttavia, ho la chiara sensazione che questo pianeta non si sbarazzerà di noi troppo facilmente. L’essere umano è caparbio, tenace e virulento quando vuole rimanere aggrappato alla vita.
Anche in coloro che sono afflitti da una miseria senza mistero, in quelle persone a cui è stato tolto anche il fascino mistico della povertà rurale, resta la dignità di costruire una casa dove io avrei visto una semplice transenna.
Qui l’orgoglio prevalica l’orrore e l’entusiasmo spinge un miliardo e mezzo di persone verso il futuro, nonostante tutto. Facendo una passeggiata da queste parti ci si rendo conto di quanto ancora a lungo resteremo aggrappati a questo pianeta, perché anche le condizioni più estreme, col tempo, diventano familiari.
Noi ci sentiamo di nuovo tra un mesetto, poiché a fine gennaio ci trasferiremo ai piedi dell’Himalaya per un ritiro spirituale: io praticherò la meditazione in un ashram mentre la mia compagna prenderà la certificazione da insegnante di Yoga.
Dopo quest’ultima sosta, riprenderò la pubblicazione di questa newsletter con la solita cadenza bimensile.
Consigli di lettura
Il mondo secondo la fisica di Jim Al-Khalili - un bel libricino con la spiegazione di tutto ciò che la fisica è arrivata a dire su come è fatto il mondo, più una spruzzatina di quello che ci può attendere in futuro.
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