Prendila con filosofia, letteralmente
Ci dicono che il futuro è già tra noi, ma quello che succedendo nel mondo puzza terribilmente di un passato feroce, buio e tribale. Homo homini lupus, scriveva Plauto nel III secolo a.C.
Ci dicono che il futuro è già tra noi, ma quello che succedendo nel mondo puzza terribilmente di un passato feroce, buio e tribale. Homo homini lupus, scriveva Plauto nel III secolo a.C. e ribadiva Hobbes nel XVII secolo d.C. Non siamo cambiati così tanto.
E quando la vita sembra sovrastarci con un peso insostenibile, ci si raccomanda spesso di “prenderla con filosofia”. Come se la filosofia ci dotasse della facoltà di astrazione, di ascesi e distaccamento dal reale. Quasi un sedativo, uno Xanax contro i moti turbolenti dell’animo.
Io sono convinto del contrario, ovvero che la filosofia sia capace non di allontanarci, ma di connetterci più consapevolemente con la pasta corporale e spirituale di cui sono fatti gli esseri umani, e quindi di reagire con maggiore lucidità.
Forse è per questo motivo che circa un mese fa ho sentito il bisogno di tornare su questa Storia della Filosofia, scritta magistralmente da Luciano De Crescenzo. Come faccio spesso, ho preso appunti, cercando di comprimere in una sola frase i concetti principali espressi da ciascun filosofo, come in un abbecedario esistenziale. A volte ci sono riuscito, altre meno.
Il risultato è un bignami di bignami di filosofia, che puoi salvare e tenere di scorta quando sei in cerca di una bussola.
Dato che la lunga lista non ci sarebbe stata tutta in una mail (senza essere falciata a metà) ho inserito soltanto i filosofi greci, mentre l’archivio completo, fino a Kant, lo trovi in questa pagina sul mio sito. Buon viaggio.
Talete
L’acqua è l’elemento primario da cui tutto deriva.
Talete è considerato il primo filosofo della storia occidentale e fa parte della scuola di Mileto. Secondo lui, l’acqua è l’arché, l’elemento primario da cui tutto deriva. La sua affermazione che “tutto è pieno di dèi” sottolinea la sua visione che ogni cosa è animata e piena di vita, il che rende questo elemento fondamentale per la comprensione dell’universo.
Anassimandro
L’Ápeiron (l’Infinito) è la sostanza primordiale dell’universo.
Anassimandro propose l’idea che l’Ápeiron è la sostanza da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà. A differenza di Talete, non identifica un elemento materiale come principio fondamentale, ma piuttosto un concetto più astratto di infinità.
Anassimene
L’aria è l’arché, l’elemento primario.
Come Talete, Anassimene credeva in un elemento primario, ma identificava questo elemento con l’aria piuttosto che con l’acqua. Egli pensava che le diverse forme della materia fossero risultato di rarefazioni e condensazioni dell’aria.
Pitagora
Tutto è numero; l’armonia è centrale nella struttura dell’universo.
Pitagora è noto per la sua teoria che tutto può essere espresso in termini numerici e che l’armonia e la proporzione governano l’universo. La celebre relazione pitagorica (a^2 + b^2 = c^2) è solo una piccola parte del suo ampio interesse per la matematica come chiave per comprendere la realtà.
Eraclito
Panta rei, tutto scorre; il fuoco è l’elemento fondamentale della realtà.
Eraclito è noto per la sua dottrina del cambiamento come caratteristica fondamentale dell’universo. Secondo lui, tutto è in costante flusso e il fuoco è l’elemento primario che simboleggia questo costante cambiamento.
Senofane
Gli dèi sono creati a immagine dell’uomo (notevole); esiste un solo Dio supremo.
Senofane è noto per la sua critica della religione politeista greca. Proponeva l’idea di un unico Dio, critica l’antropomorfismo nella concezione degli dèi e pone le basi per un approccio più monoteistico alla divinità.
Parmenide
L’essere è, il non-essere non è; il cambiamento è un’illusione.
Parmenide sostenne che l’essere è eterno e immutabile, e che tutte le percezioni del cambiamento sono illusorie. La sua filosofia si contrappone direttamente a quella di Eraclito, ed è conosciuta per la sua forma rigorosamente logica. Secondo De Crescenzo, con lui inizia la filosofia vera e proprio che ragiona sull’essere in quanto tale.
Piccola nota campanilistica: Parmenide nasce a Elea, in Campania, dove oggi si estende il Parco Archeologico di Velia, in quella che fu la Magna Grecia. Non fu il solo “italiano”, ma lo furono anche Melisso, Zenone, Empedocle, Gorgia e molti altri.
Zenone
Le aporie per dimostrare l’impossibilità del movimento.
Zenone è famoso per i suoi paradossi, che tentano di dimostrare l’impossibilità del movimento e del cambiamento, sostenendo così la filosofia di Parmenide. Tra i più noti vi sono il paradosso della tartaruga e Achille e quello della freccia.
Melisso
L’essere è infinito, unico e immutabile.
Melisso segue la filosofia di Parmenide e sviluppa l’idea che l’essere è eterno, infinito e immutabile. Rifiuta la nozione di vuoto e di molteplicità nella natura.
Empedocle
Tutto è composto dai quattro elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco.
Empedocle introduce la teoria secondo la quale tutto nell’universo è composto da quattro elementi fondamentali (terra, acqua, aria e fuoco) che vengono combinati e separati dall’Amore e dall’Odio, forze cosmiche che agiscono come agenti di cambiamento.
Anassagora
Tutto è composto da infiniti “nous” (intelletto o mente).
Anassagora introduce il concetto di “nous” come principio organizzativo dell’universo. Sostiene che ogni cosa è composta da infiniti “nous”, che possono essere suddivisi ma non distrutti.
Leucippo
L’universo è composto da atomi e vuoto (wow).
Leucippo è uno dei primi pensatori a introdurre la teoria atomistica. Secondo lui, tutto è composto da atomi indivisibili che si muovono nel vuoto.
Democrito
Gli atomi e il vuoto sono la realtà ultima; tutto il resto è opinione.
Democrito sviluppa la teoria atomistica di Leucippo. Sostiene che tutto ciò che esiste è composto da atomi in movimento nel vuoto e che le nostre percezioni sensoriali sono solo convenzioni sociali o “opinioni”.
I Sofisti
La verità è relativa e dipende dalla prospettiva individuale.
I Sofisti sostengono che la verità e la moralità sono relative e dipendono dalla prospettiva individuale. Sono noti per le loro abilità retoriche e per il loro insegnamento della retorica come mezzo per ottenere il successo.
Protagora
L’uomo è la misura di tutte le cose.
Protagora è noto per il suo relativismo epistemologico e per l’affermazione che la verità e la moralità sono relative all’individuo. L’uomo, come unico giudice delle proprie esperienze, diventa la “misura” di tutte le cose.
Gorgia di Leontini
Nulla esiste; e se esistesse, non potrebbe essere conosciuto; e se potesse essere conosciuto, non potrebbe essere comunicato.
Gorgia esprime un profondo scetticismo riguardo all’esistenza e alla conoscenza. La sua posizione mette in discussione non solo la possibilità di conoscere la verità, ma anche di comunicarla.
Socrate
So di non sapere.
Un uomo raro, quasi contemporaneo del Buddha, buono e intelligentissimo. Socrate, uno dei pilastri della filosofia occidentale nel V secolo a.C., credeva fermamente nell'importanza dell'autoconoscenza e dell'esame critico della propria vita. Credeva che la virtù fosse innata e che l'ignoranza fosse la radice di ogni male, sostenendo che nessuno agirebbe male consapevolmente. Per Socrate, il dialogo e l'interrogatorio erano strumenti fondamentali per stimolare il pensiero critico e raggiungere la saggezza. La sua celebre massima "so di non sapere nulla" rifletteva il suo impegno a cercare la verità attraverso l'esplorazione intellettuale continua. Non ha lasciato alcun scritto, ma le sue idee sono state tramandate dai suoi discepoli, in particolare Platone.
Platone
L’ideale di giustizia e bellezza si trova nel mondo delle Idee.
Platone è noto principalmente per la sua teoria delle Forme o Idee, come esposto in opere come Menone, Fedone, Fedro, Convito, Repubblica. Secondo Platone, il mondo sensoriale è solo un’ombra o una copia del vero mondo delle Idee, che è eterno e immutabile. Questa teoria getta le basi per il suo pensiero etico e politico: la giustizia, ad esempio, esiste come un’idea trascendentale perfetta che può essere realizzata nel mondo materiale solo in misura limitata. Platone ha anche influenzato la filosofia dell’educazione, suggerendo che l’obiettivo ultimo dell’educazione dovrebbe essere la visione del Bene supremo, il concetto più alto nella gerarchia delle Idee.
Aristotele
La sostanza è composta di forma e materia; la finalità è il principio chiave della natura.
Aristotele è stato uno dei filosofi più completi e sistematici della storia, coprendo una vasta gamma di argomenti. A differenza del suo maestro Platone, Aristotele era un empirista che valorizzava l’osservazione e l’analisi. Nella sua metafisica, introdusse i concetti di “atto” e “potenza” per spiegare il cambiamento e il movimento nel mondo naturale. Questi concetti sono stati fondamentali per le sue teorie in fisica, etica e politica. Ad esempio, nell’etica nicomachea, ha elaborato la teoria della “virtù come mezzo” basandosi sull’idea che il carattere morale è sviluppato attraverso l’abitudine e l’azione.
Epicuro
La ricerca del piacere attraverso la saggezza, l’amicizia e l’autosufficienza.
Epicuro propone una filosofia etica incentrata sulla ricerca della felicità attraverso la moderazione, la saggezza, l’amicizia e l’autosufficienza. Sostiene che il piacere è il bene ultimo e che può essere raggiunto attraverso la comprensione razionale del mondo.
Stoici
La virtù è l’unico bene; accettare ciò che non possiamo cambiare.
Gli Stoici sostengono che la virtù è l’unico vero bene e che la felicità può essere raggiunta solo attraverso il completo controllo delle proprie emozioni e desideri. Insegnano l’accettazione del destino e il concentramento su ciò che è sotto il nostro controllo.
Scettici
Sospensione del giudizio; impossibilità di conoscere la verità assoluta.
Il pensiero scettico pone in discussione la possibilità di ottenere una conoscenza certa o assoluta. Gli scettici generalmente sostengono una sospensione del giudizio come modo per evitare l’errore.
Cinici
La virtù è sufficiente per la felicità; rifiuto dei bisogni materiali.
I Cinici propongono una vita in accordo con la natura e un rifiuto dei bisogni materiali e sociali. Secondo loro, la virtù è l’unico bene necessario per una vita felice.
Plotino
L’Uno è la realtà ultima; l’anima può raggiungere l’unità attraverso la contemplazione.
Plotino è un filosofo neoplatonico che sostiene che la realtà ultima è “l’Uno”, da cui tutto deriva. L’anima può ritornare a questa unità attraverso la contemplazione e l’ascesi spirituale.
Per consultare la lista di tutti i filosofi fino a Kant, visita questa pagina web.
Infine, siamo stoici o epicurei?
Secondo De Crescenzo, l’umanità si divide fondamentalmente tra stoici ed epicurei. Ma chi è l’uno e chi è l’altro? Come riconoscerli? Trascrivo le sue parole (ad eccezione dell’esempio di Greta Thunberg, che ho sostituito a quello di Marco Pannella, meno conosciuto alle nuove generazioni).
Lo Stoico è un individuo che crede fermamente nella sua missione morale: deve compierla. Ha sempre bisogno di un grande progetto che dia un senso alla propria vita. L’importante è poter soffrire e sacrificarsi in nome di qualcosa che abbia un forte significato morale e universale. Sono stoici quelli che credono nel grande amore, unico, eterno e indissolubile. Il loro motto è: o tutto, o niente.
Sono stoici i cristiani (quelli veri), che si sacrificano in vita per ottenere la beatitudine celeste. Il loro slogan è: gli ultimi saranno i primi. Dei personaggi contemporanei, è una stoica Greta Thunberg, che vuole risolvere il problema della crisi climatica a suon di manifestazioni, picchetti e auto-penitenze. Ha scelto una vita frugale nonostante le sue possibilità, e non si darà pace finché non avrà raggiunto il suo obiettivo. Se le avessero proposto un obiettivo più limitato, e quindi più facilmente raggiungibile (che so, la carbon neutrality della Svezia) l’avrebbe rifiutato drasticamente, se non altro perché avrebbe potuto raggiungerlo sul serio. E poi dopo, che si fa?
Gli epicurei sono di tutt’altra pasta: coscienti della precarietà della vita, si fissano brevi traguardi da raggiungere a breve termine. È epicureo l’impiegato che chiede un aumento di stipendio per risolvere un suo problema durante l’anno in corso, è epicureo chi sceglie di vivere con un partner di cui non è follemente innamorato, ma con cui ha instaurato un modus vivendi di reciproca sopportazione. In genere gli epicurei sono individui più sereni, sorridenti e in pace con il mondo. Gli stoici invece, sono ottimi lavoratori: anche quando giocano a briscola, lo fanno con il massimo impegno. L’epicureo disdegna la politica attiva, è più un campione del privato che della società civile.
Prima di unirsi in matrimonio, non sarebbe male se entrambi i partner, invece di badare al segno zodiacale, si informassero sull’indice di stoicismo e di epicureismo del futuro coniunge.
Altre cose interessanti da Trasumanare
Meglio essere specialisti o generalisti, per costruire una carriera?
Leggere questa newsletter mi ha ricordato quanto sia bello vedere il mondo attraverso il punto di vista filosofico.
La filosofia ha come il potere di risolvere tutti i grandi problemi ed al contempo trasformare piccolissimi quesiti in domande infinite. Il grande diventa piccolo ed il piccolo diventa enorme.