Tra gli alberi dei limoni 🍋
Parlare oggi di poesia è un vezzeggiativo, un orpello inutile la cui melodia non è mai al passo con il ritmo dell’ingranaggio sociale. Un fiore sul ciglio di un’autostrada.
Ai tempi dell’università passavo moltissimo tempo leggendo poesie. Oggi meno. Spesso le leggevo ad alta voce per farle decantare nella stanza, e dopo mi fermavo, seduto o sdraiato, ascoltando i riverberi di significato che come un’onda sonora mi sfioravano la pelle. Ho sempre vissuto la poesia come un amplificatore di senso, come una sorgente luminosa, come un’esperienza multimediale.
Sono stato fortunato nel poter leggere e studiare versi all’università, perché l’esperienza poetica è altrimenti introvabile nel nostro tempo. Infatti, parlare oggi di poesia è un vezzeggiativo, un orpello inutile la cui melodia non è mai al passo con il ritmo dell’ingranaggio sociale. Un fiore sul ciglio di un’autostrada.
Oggi voglio fare un esperimento con te. Voglio chiederti di prenderti 1 minuto di tempo per leggere una poesia, senza pensare che sia 1 minuto buttato, o inutile. Fermati un secondo, non pensare che sia difficile o incomprensibile. Fai semplicemente risuonare quelle parole, poi ne parliamo.
I limoni. Eugenio Montale
Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: più chiaro si ascolta il sussurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara – amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità.
Ecco, io credo che il valore della poesia sia racchiuso in questi versi:
Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità.
D’un tratto, abbandonandoci e addentrandoci nel bosco fitto delle parole, ogni cosa ci bisbiglia il segreto per cui esiste. Ci troviamo per sbaglio in mezzo alla verità, come bambini abbagliati da un lampo di senso che fuoriesce da una crepa del mondo e mette ordine al caos.
La poesia rappresenta un errore, volontario, dell’ingranaggio cieco delle nostre vite, un bug nel codice di sicurezza dell’esistenza, una fuga dal Matrix, un tuffo gelido nel divino.
La poesia, come un condensato gravitazionale di significato, dilata il nostro tempo man mano che ci avviciniamo ad essa, facendo esplodere le nostre percezioni.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
Poi tutto si spegne. Torniamo a tentoni a muoverci in una vita che non ci lascia mai il privilegio delle prove generali. Ogni giorno è un debutto di cui non conosciamo quale sarà la nostra parte.
Eppure, non è forse per quell’illusione di verità che ci svegliamo ogni mattina, cercando di aggiungere un pezzetto in più alla nostra comprensione?
Usando le parole di un altro poeta, Ungaretti, la poesia è uno strumento per conoscere la realtà, una combinazione di vocali e consonanti nella quale è entrata la luce, che mette in contatto le parvenze con la sola realtà che è la realtà eterna.
Questa sera, porta un libro di poesie sul comodino e, prima di dormire, prova ad accendere un scintilla.
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Grazie Alessandra 💛