Come costruire la carriera dei sogni
Dedicato alle persone che sentono di essere state trascinate dalla corrente e, improvvisamente, si chiedono: "È questa la vita che volevo davvero?"
Una delle più abusate citazioni di John Lennon dice: La vita è ciò che accade mentre sei occupato a fare altri progetti.
Il presente scorre inosservato mentre restiamo ancorati al passato o lanciamo aeroplanini di desiderio verso il futuro. Oggi invece, voglio farti conoscere un metodo per sprofondare nel tuo adesso e vivere ogni giorno la vita che hai scelto.
Da quando sono tornato dal mio recente viaggio in Asia, mi capita spesso di suscitare un misto di interesse, gelosia e stupore quando parlo di come sono fatti la mia vita e il mio lavoro. In effetti, dopo anni di set-up e ottimizzazione, posso ritenermi piuttosto soddisfatto della qualità raggiunta.
Per molte persone non è così. Sembrano essere state trascinate dalla corrente: un'opportunità casuale qui, una scelta di convenienza là, e poi improvvisamente si ritrovavano a trent'anni, quarant'anni, cinquant'anni a chiedersi: "È questa la vita che volevo davvero?”
Se anche tu ti senti in una situazione simile, vorrai sicuramente conoscere il metodo del reverse-engineering career (si può tradurre con “carriera progettata al contrario”).
Il concetto di base del reverse-engineering career è semplice: Definisci lo stile di vita che desideri. Poi lavora a ritroso da lì.
Definire il proprio stile di vita ideale
Ma cosa significa davvero "stile di vita"? Non è solo una questione di quanto guadagni o di quale titolo appare sul tuo biglietto da visita. È una tela complessa, dipinta con i colori delle tue giornate, il ritmo delle tue settimane, i confini del tuo mondo.
Dunque, per definire il tuo stile di vita ideale inizia con queste domande:
Quanto controllo vuoi avere sul tuo tempo?
Qual è il livello di intensità che desideri nel tuo lavoro?
Che importanza vuoi che abbia ciò che fai?
Quanto ti interessa il prestigio?
Che tipo di attività ti piacerebbe svolgere quotidianamente?
Dove vorresti vivere?
Come immagini la tua vita sociale?
Quale equilibrio cerchi tra lavoro e vita privata?
Come vedi la tua famiglia nel futuro?
Come vorresti essere percepito dagli altri?
Per cosa vorresti essere conosciuto?
Queste domande, apparentemente semplici, possono richiedere giorni, settimane o addirittura mesi di riflessione. Ma è un tempo ben investito. Come diceva Seneca: Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuole approdare.
Come ho definito il mio stile di vita
Ho voluto “brandizzare” il mio stile di vita in modo da renderlo più familiare. L’ho chiamato: Virtual Voyager. Ecco la descrizione che ne ho fatto:
Vivo in una casa di città ma con parecchi spazi verdi e all’aperto. Lavoro full-remote per diverse aziende, stabilendo i miei orari, per tre o quattro giornate leggere a settimana. Sviluppo progetti personali come questa newsletter o il progetto Breatheam per alimentare la mia sete di conoscenza e perseguire la mia missione di vita. Trascorre molto tempo all'aria aperta e con gli amici, pratico quatidianamente sport e meditazione. Cerco di rendermi utile alla comunità, mediante la mia scuola di Yoga e facendo volontariato tutte le settimane. Appena posso, viaggio con lo zaino in spalla, mosso dalla pura sete di avventura, scoperta e meraviglia.
Come Virtual Voyager, ho costruito la mia vita attorno a precise priorità. Rispondendo alle domande chiave, ho tracciato il mio percorso:
Controllo sul mio tempo? Assoluta priorità. Voglio decidere quando lavorare e quando fermarmi.
Intensità del lavoro? Moderata, con picchi occasionali seguiti da periodi di recupero.
Importanza di ciò che faccio? Voglio creare valore autentico, non solo occupare uno spazio.
Prestigio? Mi interessa il rispetto di chi stimo, non l'ammirazione della massa.
Tipo di lavoro? Creativo, variegato, che mi permetta di imparare costantemente.
Dove vivere? In un luogo con un buon equilibrio tra natura e cultura, non troppo isolato ma nemmeno caotico.
Vita sociale? Poche relazioni profonde anziché molti contatti superficiali.
Equilibrio lavoro-vita? Il lavoro è importante, ma è uno strumento per vivere, non il fine.
Benessere? Importante sia quello fisico che mentale, coltivato con una pratica costante.
Percezione altrui? Come persona autentica, affidabile, originale e fonte di ispirazione.
Conosciuto per? La capacità di vedere connessioni dove altri vedono solo frammenti.
Reverse engineering career: esempi concreti
Una volta definito il tuo stile di vita ideale, è tempo di tracciare il percorso a ritroso. Ecco alcuni esempi concreti di come diverse aspirazioni possono tradursi in scelte strategiche:
Scenario 1: Viaggiare accettando l'incertezza
Desideri viaggiare continuamente e sei disposto o disposta ad accettare una certa dose di insicurezza? La strada potrebbe includere: sviluppare competenze digitali che puoi vendere online, ridurre al minimo le tue proprietà, costruire una rete di contatti internazionali, imparare lingue straniere, creare fonti di reddito passivo. Potresti iniziare con un lavoro tradizionale per accumulare un cuscinetto finanziario, poi gradualmente passare al nomadismo digitale.
Scenario 2: Radici profonde
Ami il posto dove sei cresciuto e desideri mettervi radici ancora più profonde? Vuoi comprare casa e formare una famiglia? Prediligi un lavoro sicuro in un'azienda locale con opportunità di crescita? In questo caso, la strada include: costruire relazioni solide nella comunità, risparmiare costantemente per l'acquisto della casa, investire nella tua formazione in settori rilevanti per l'economia locale, renderti indispensabile per la tua azienda aumentando gradualmente responsabilità e stipendio.
Scenario 3: Il meglio di entrambi i mondi
Vuoi viaggiare ma allo stesso tempo ami il luogo in cui vivi? La soluzione potrebbe essere un lavoro stagionale ben retribuito. Immagina di fare lo chef in una località turistica: ti dai da fare intensamente per sei mesi, accumulando risparmi sufficienti per viaggiare liberamente nei sei mesi successivi. O magari insegnare italiano agli stranieri durante l'anno scolastico e poi utilizzare l'estate per esplorare nuovi paesi.
Scenario 4: L'eterno studente
La conoscenza è la tua passione più grande? Continua la carriera universitaria. Dottorato, post-doc, e poi una cattedra. Certo, richiede sacrificio e determinazione, ma offre l'incomparabile privilegio di essere pagati per imparare e condividere sapere. I campus universitari, inoltre, sono ecosistemi vibranti, con opportunità culturali e sociali che poche altre realtà possono offrire.
Scenario 5: La vita dell'atleta
Lo sport è la tua priorità? Inizia allenandoti mentre mantieni un lavoro tradizionale. Gradualmente, riduci le ore lavorative passando a un part-time man mano che lo sport inizia a darti soddisfazioni. Esplora le possibilità di monetizzare la tua passione: diventare trainer, aprire un e-shop specializzato, tentare la carriera professionistica o costruire una presenza come influencer nel tuo settore sportivo.
Scenario 6: La corsa alla ricchezza
Desideri essere "fottutamente ricco"? Il percorso include studio intenso di trading e finanza, anni di sacrificio immediato con orari estenuanti, accumulo aggressivo di capitale da investire. La chiave è fare lavorare l'interesse composto per te. Con il tempo, potrai decidere quante ore dedicare alla gestione del patrimonio, godendo dei frutti del lavoro iniziale.
Prova tu a immaginare altri scenari possibili, non c'è un vero limite.
Immaginarsi uno stile di vita piuttosto che un lavoro specifico offre infinite possibilità e maggiore flessibilità, permettendoti di scoprire sentieri precedentemente nascosti dal tuo processo di pianificazione.
Sinceramente, per quale motivo ti preoccupi così tanto della carriera? Vuoi sentirti bene, vuoi essere felice, punto. Per cui, partendo direttamente dal punto fondamentale – cosa ti farebbe sentire meglio? – e poi lavorando a ritroso da questa risposta, stai massimizzando le probabilità di arrivare effettivamente da qualche parte che valga la pena raggiungere.
Il coraggio di ascoltare se stessi
La difficoltà più grande in questo processo non è tecnica, ma emotiva. Richiede il coraggio di ammettere ciò che realmente desideriamo, anche quando diverge dalle aspettative familiari, sociali o culturali.
Virginia Woolf scriveva: Non sono una di quelle donne che si immergono nell'opacità. Ho bisogno di spazio. Ognuno di noi ha bisogno del proprio tipo di spazio, della propria forma di libertà, del proprio ritmo. Riconoscerlo è il primo passo verso una vita autentica.
Ci sono troppe persone che hanno sacrificato i loro desideri autentici sull'altare delle aspettative altrui. L'ingegnere che sognava di essere un maestro di scuola elementare. L'avvocato che voleva essere un falegname. Il medico che desiderava scrivere romanzi. O viceversa!
La tragedia non è aver scelto una professione specifica, ma averlo fatto senza mai interrogarsi se quello stile di vita fosse compatibile con la propria natura profonda.
Ora tocca a te
Ti invito a prenderti del tempo – non minuti, ma ore, giorni – per contemplare queste domande. Allontanati dal rumore quotidiano. Trova un luogo tranquillo nella natura, se possibile. Portati un quaderno e una penna.
Chiudi gli occhi e visualizza, nel modo più vivido possibile, la tua giornata ideale. Non una giornata di vacanza eccezionale, ma una giornata ordinaria nella tua vita ideale. Dal momento in cui apri gli occhi al mattino fino a quando li chiudi la sera. Inizialmente, apri le porte a idee folli, sconclusionate, audaci, indescrivibili…scrivi tutto senza censura.
Dove ti svegli? Chi è con te? Cosa fai nelle prime ore del giorno? Come trascorri la mattinata? Con chi pranzi e dove? Come occupi il pomeriggio? Come concludi la giornata?
Nei giorni seguenti, ritorna a questa visione, raffinala, rendila più precisa, più attualizzabile.
E infine, chiediti: quali passi posso compiere oggi – non domani, non "un giorno", ma oggi – per avvicinarmi a questa visione?
Come per il mio Virtual Voyager, dai un nome al tuo stile di vita, arredalo di volta in volta con nuovi dettagli e azioni concrete per avvicinarti a esso, passo dopo passo.
Come ho già raccontato, per molti anni dopo l’Università ho brancolato nel buio della mia identità lavorativa, passando dal teatro agli autonoleggi, dal commesso in Decathlon alla biglietteria dell’Expo 2015, dall’insegnante di ripetizioni al pubblicista di testate locali. Poi nel 2016 sono partito per un mese in Sri Lanka con l’obiettivo di decidere cosa avrei fatto “da grande”. Durante quelle lunghe giornate in spaggia, sotto le palme a fare schemi e bozzetti esistenziali su un quaderno, ho dato forma alla vita che sto vivendo ancora oggi.
Quella era la versione 1.0 certo; c’è voluto tempo e determinazione per gli aggiornamenti successivi, ma il mio percorso fin qui è stato stupefacente.
Lo puoi fare anche tu, e non c’è un limite anagrafico per poter trasformare la tua carriera.
Mi dai una mano? Ogni settimana ricevo messaggi di apprezzamento dalla piccola ma vivace community di Trasumanare. Mi entusiasma l’idea che, con una semplice email, si possano generare grandi cambiamenti nelle vite altrui.
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