Ho passato una settimana in un monastero per fare un ritiro intensivo dedicato alla meditazione zen. Ogni giorno, ho dedicato 5 minuti alla realizzazione di un breve video in cui ho raccontato quello che si fa, come lo si fa, e cosa succede al corpo e alla mente dopo così tante ore di pratica. Per il resto, il telefono è rimasto a prendere polvere nella camerata.
Negli ultimi anni mi sono avvicinato maggiormente alla meditazione yoga, ma quella zen è stata la prima che ho approcciato quando ho iniziato nel 2014. Questo ritiro è stato organizzato dalla stessa associazione con cui ho iniziato (Hokuzenko di Torino), per cui è stato un bel tuffo nel passato.
Rispetto alla meditazione yoga, lo zen è spietato, ermetico, essenziale, non lascia scampo. È scarno e spigoloso, non prevede mantra o stratagemmi per “accompagnare” la mente in profondità. Si contano i respiri e si osserva, con distacco e neutralità, tutto il marasma informe che si dispiega davanti agli occhi socchiusi, finché la razionalità, esausta, non molla la presa.
Si mangia in assoluto silenzio e ogni movimento è codificato e formalizzato. Se all’inizio è molto complesso ricordarsi di tutto, con il passare dei giorni ci si accorge che tutto quel sistema di regole così rigide costituisce in realtà la perfetta architettura dentro la quale l’indagine introspettiva può esprimersi con grande disinvoltura.
Un’ultima premessa: non sono uno youtuber per cui non aspettarti una qualità eccelsa; né dal punto di vista del montaggio, né per quello che riguarda la qualità audio/video. Tuttavia, troverai (spero) un bel flusso di coscienza; sincero, diretto, senza filtri.