Decluttering Way of Life
Viviamo in un mondo saturo di tutto. Per questo sono convinto che il decluttering sia molto più di un semplice esercizio di riordino, ma sia un processo di trasformazione di come pensiamo, viviamo...
Il primo traguardo del mio programma referral (che trovi in fondo) ti dà la possibilità di proporre un argomento a scelta da sviluppare. Erica mi ha proposto di parlare del “decluttering e di come farlo al meglio”. Iniziamo!
In effetti, è da un po’ che gravito intorno a un certo riduzionismo esistenziale. Ma senza voler diventare banale o minimal.
Sto facendo decluttering - ovvero l’arte di eliminare il superfluo - di molte aree della mia vita, ed è sorprendente quanto emergano in continuazione spigoli nuovi da levigare. Da ormai qualche anno, il liberarmi degli oggetti di troppo ha sostituito il friccicolio del citofono che suona per consegnare l’ultimo ordine su Amazon.
L’abbondanza è alla portata di tutti. Mangiare cibo-spazzatura è decisamente più semplice di mantenere un’alimentazione sana. Lo stesso vale per gli oggetti di cui ci circondiamo. Avevo riflettuto su questo parallelismo qui.
Viviamo in un mondo saturo di tutto. Per questo sono convinto che il decluttering sia molto più di un semplice esercizio di riordino, ma sia un processo di trasformazione di come pensiamo, viviamo e creiamo. Tra l’altro facendo un bel regalino all’ambiente, che ne ha decisamente bisogno.
L’idea che l’essenzialità sia fonte di equilibrio e benessere non è nuova. Nella filosofia giapponese, il concetto di wabi-sabi insegna a trovare la bellezza nella semplicità e nell’incompleto, mentre il concetto di ma valorizza lo spazio vuoto tanto quanto l’oggetto stesso. Il minimalismo, in questa visione, non è privazione, ma una forma di libertà.
Anche nel pensiero occidentale, movimenti come il trascendentalismo di Henry David Thoreau e il recente minimalismo di autori come Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus (The Minimalists) hanno sottolineato l'importanza di ridurre il superfluo per lasciare spazio a ciò che conta davvero. Marie Kondo, con il suo metodo KonMari, ha reso popolare l’idea che ogni oggetto debba “portare gioia” per meritare un posto nella nostra vita.
Ma il decluttering non riguarda solo la casa ordinata e l’armadio in ordine. È un vero e proprio approccio alla vita, un modo di scegliere intenzionalmente ciò a cui vogliamo dedicare tempo, energia e attenzione. E ciò a cui scegliamo di NON darlo.
Per Michelangelo la scultura rappresentava l’atto di liberare la forma nascosta nella pietra, eliminando il marmo superfluo. Così è il decluttering: un processo di rivelazione, più che di rinuncia. Non stiamo perdendo qualcosa, ma portando alla luce ciò che è essenziale.
Decluttering e benessere mentale
Liberarsi del superfluo ha effetti immediati sulla mente. Il Princeton Neuroscience Institute ha rilevato che un ambiente caotico sovraccarica la nostra percezione, costringendo il cervello a elaborare più stimoli contemporaneamente e aumentando così il livello di cortisolo, l’ormone dello stress.
Al contrario, uno spazio sgombro favorisce la chiarezza mentale. La sensazione di sopraffazione che proviamo di fronte a una scrivania colma di oggetti o a un armadio traboccante è reale: ogni elemento in più è un’informazione che il cervello deve elaborare. Quando eliminiamo ciò che non serve, riduciamo le distrazioni e lasciamo spazio alla calma e alla concentrazione. Anche Leonardo da Vinci parlava della semplicità come ultima sofisticazione.
Puoi immaginarti il decluttering come il vento che porta via le foglie secche in autunno. Non è che l’albero si oppone, non si aggrappa mica alle foglie secche. Anzi, le lascia andare per prepararsi alla rinascita primaverile.
Le 5 tecniche (+ altre 7) per iniziare il tuo viaggio nel decluttering
Le altre 7 le avevo già pubblicate nella lista dei 7 consigli per avere meno cose. OLD BUT GOLD.
Qui sotto invece ti segnalo altre 5 tecniche efficaci per iniziare a liberarti del superfluo:
Metodo KonMari (Marie Kondo) – Chiediti "Mi dà gioia?". Se la risposta è no, ringrazialo per il suo servizio e lascialo andare. È un concetto impomatato, lo so, però alla base c’è un principio giusto. Ogni oggetto dovrebbe avere un perché. Dovrebbe piacerti e farti “godere” mentre lo usi.
Regola del 90/90 (The Minimalists) – Se non hai usato un oggetto negli ultimi 90 giorni e non prevedi di usarlo nei prossimi 90, puoi eliminarlo.
Decluttering per categorie – Affronta una categoria alla volta: vestiti, libri, documenti, soprammobili, bagno e cosmetica, APP sul telefono. Su questa categoria mi soffermo per dirti che anche gli oggetti digitali hanno un loro peso specifico. Tutte quelle app inutili che ti riempiono di notifiche non servono a nulla. Il 90% delle app non fa nulla in più rispetto al sito web. Cancellale.
Un oggetto dentro, un oggetto fuori – FONDAMENTALE. Per mantenere l’ordine nel tempo, ogni volta che acquisti qualcosa di nuovo, elimina qualcosa di vecchio. Una volta raggiunto il punto di equilibrio, questo diventa il tuo mantra.
La scatola “di prova” – Se sei indeciso su alcuni oggetti, mettili in una scatola per un mese. Se non ne senti la mancanza, puoi eliminarli senza rimpianti.
Oggi stesso, prova a individuare 10 OGGETTI che non usi più e regalali a qualcuno, oppure buttali via. Poi prendi il telefono ed elimina almeno 5 APP che non usi più.
Non si può riempire una tazza che è già piena. – Proverbio Zen