L'azione vince SEMPRE sul pensiero
Come funziona il pensiero umano e come uscire da una fase di stallo.
Questo numero è dedicato a tutti quelli e tutte quelle che si sentono in stallo: chi sospeso come una foglia al vento indecisa sul dove posarsi, chi intrappolato come una farfalla preistorica in una goccia d'ambra.
C’è un certo affollamento in questo limbo esistenziale, tutti a scantonare in un vicolo di perplessità inquietanti offerte á la carte dal nostro presente. Mai come oggi abbiamo avuto così tante possibilità tra cui scegliere e mai come oggi ci siamo sentiti così incapaci di scegliere.
In questo paradosso dell'abbondanza abbiamo pure smesso di immaginare il futuro come un luogo migliore in cui vivere. Qualcuno, spera addirittura che il tempo passi più lentamente per evitare lo sconcerto dell’avvenire, come quando la mattina posticipa la sveglia per ritardare l’incombenza di una giornata di merda a lavoro.
A te voglio dire: l'azione vince sul pensiero. Ora ti spiego perché.
Contrariamente alle evidenze odierne, l’evoluzione ha reso homo sapiens un risparmiatore energetico fenomenale. Avendo vissuto oltre 200 mila anni bighellonando in luoghi poco confortevoli, dove le risorse per garantire la nostra sopravvivenza scarseggiavano, abbiamo sviluppato delle formidabili strategie di salvaguardia dell’energia.
Gli sforzi di efficientamento si sono concentrati soprattutto sul cervello, dato che risucchia il 20% totale del nostro organismo, pur rappresentando soltanto il 2% del peso. Secondo uno studio pubblicato su Nature Neuroscience nel 2023, infatti, i circuiti neurali tendono a favorire pattern di pensiero già consolidati, poiché creare nuove connessioni sinaptiche richiede un dispendio energetico significativamente maggiore.
Come funziona il pensiero umano
Immagina di essere in mezzo a una foresta e di dover raggiungere un certo posto. La prima volta che percorri il tragitto dovrai fare molta fatica per evitare buche o insidie, sfalciare la vegetazione, liberare il passaggio da ostacoli più o meno grandi.
Se dovessi iniziare a farlo tutti i giorni però, a forza di percorrere lo stesso percorso, il pertugio nella selva diventerà un tracciato più scorrevole, pulito e sicuro. A un certo punto sarai addirittura in grado di asfaltarlo per renderlo perfettamente percorribile. È una metafora, lo so che è brutto asfaltare una foresta :)
Ora immagina di dover andare in un posto diverso, seguendo quindi un sentiero mai fatto prima. Dovresti partire da capo, sfalciando, livellando, disostruendo una via completamente nuova. Non preferiresti salire in macchina e fare la stessa strada asfaltata di tutti i giorni? Quanto dispendio energetico aggiuntivo ti sarebbe richiesto rispetto alla solita routine? Troppo.
I nostri pensieri, alias le connessioni sinaptiche che li generano, funzionano più o meno allo stesso modo. Più volte riproduciamo un pattern cognitivo, più facili e immediate sono le sinapsi associate ad esso, meno fatica è richiesta all’organismo per completare quella “task”.
Ecco perché, soprattutto quando ci sentiamo in stallo, debilitati e spenti, la nostra mente replica pensieri simili con l’obiettivo di risparmiare risorse. Non è pigrizia, è sopravvivenza. Come uno smartphone che attiva la modalità di risparmio energetico quando la batteria è scarica.
Infatti, una ricerca condotta dall'Università di Cambridge e pubblicata su Psychological Review ha dimostrato come i pattern di pensiero ripetitivi nella depressione siano correlati a una diminuzione dell'attività metabolica in specifiche aree cerebrali, suggerendo un meccanismo di "risparmio energetico" che però finisce per intrappolarci in cicli di pensiero compulsivi.
Change your Body, Change your State
In quella trappola ci sono finito a 22 anni, mentre attraversavo un momento di forte spaesamento. Come ho scritto nel precedente numero, non sapevo bene che fare e preferivo sbronzarmi piuttosto che prendere in mano il mio destino. Giunto allo sfinimento, mi sono iscritto in una scuola di recitazione, tanto valeva fare qualcosa!
Quella scelta si rivelò salvifica e catartica, perché durante quei due anni ho davvero riscritto il “codice sorgente” della mia mente, gettando le basi per una trasformazione ancora in corso.
L’insegnamento più importante che ho ricevuto è: Change Your Body, Change Your State.
Il mio maestro Marco Viecca, che non smetterò mai di ringraziare, la ripeteva continuamente. Il succo della frase è: se cambi il tuo corpo, cambi il tuo stato mentale. Ovvero, se fai cose nuove con il corpo, farai pensieri nuovi con la mente.
L’ho provato e constatato sulla mia pelle, sia durante le dolcissime ore passate in teatro a perlustrare gli angoli remoti della mia personalità, sia nella vita quotidiana, dove invece non c’è nessuna prova generale prima di andare in scena.
L’azione vince sul pensiero. Sempre. I pensieri abitano nella tua mente, ma non sono la tua mente. Tu non sei i tuoi pensieri, ma lo spazio in cui i tuoi pensieri appaiono e scompaiono.
Consigli per uscire da una fase di stallo
Quindi, se in questo momento ti senti in stallo, agisci, mettiti in movimento, disconnetti la testa dai pattern che si auto-riproducono e usa il tuo corpo per fare qualsiasi cosa.
Cambiando il tuo corpo, vedrai che nuovi pensieri affioreranno spontaneamente, come margherite in una primavera sinaptica.
Ecco quali azioni potresti fare per sbloccarti:
Se ti senti inerte dentro casa, alzati e pulisci casa, ridisponi tutti i libri della libreria, cambia la disposizione dell’arredamento, riordina l’armadio.
Oppure, alza la musica e inizia a ballare in modo forsennato, usalo quel corpo, rotolati per terra, salta, sfogati, urla! Questa è una playlist molto carina utile all’uopo.
Oppure, camina all’aperto, guardati intorno, cogli i dettagli di quello schermo interattivo che è la realtà ed esci fuori dalla tua testa. Resta sui sensi senza cadere nelle emozioni. Respira!
Impara una nuova abilità manuale: la ceramica, il punto-croce, la falegnameria…lascia che siano le tue mani a guidare il pensiero.
Cambia la tua routine: fai colazione in un posto diverso, prendi una strada alternativa per andare al lavoro, scrivi con la mano non dominante, fatti la doccia con gli occhi chiusi per riconfigurare lo spazio intorno e rimappare le sensazioni del corpo.
Fai volontariato, aiuta persone meno fortunate di te e attivati concretamente. Niente ti farà uscire dai loop mentali come il dedicarti agli altri. Proprio lo scorso giovedì ho partecipato alla serata conoscitiva della Ronda della Carità di Verona. Non vedo l’ora di iniziare.
Esplora la tua città come se fossi un turista: entra in quel museo che hai sempre rimandato, siediti in quel caffè che ti incuriosisce ma non hai mai provato, parla con gli sconosciuti come se fossi in viaggio.
L'azione non è la risposta a tutte le domande, ma è sicuramente l'inizio di ogni risposta. Come diceva Einstein “non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati.”
La straordinaria danza dalla vita non prevede che tu stia seduto o seduta nell’angolo a guardare. Per cui, anche se non sai minimamente dove stai andando, inizia a muoverti. Sono sicuro che molto presto troverai i primi indizi lungo la strada.
Trovo molto stimolante questo approfondimento, soprattutto pieno di spunti utili e praticabili facilmente nella vita di tutti i giorni. Grazie, Vania